A cura di Simone Dario
“…chiamatemi Ismaele……”, chi non riconosce in queste parole l’inizio del più famoso romanzo di caccia alle balene, o meglio , alla Balena Bianca, simbolo di tutti i demoni che possono albergare nell’animo di chiunque come di Capitan Achab? Il racconto che Vi farò , invece è il resoconto del mio incontro con il Respiro del mare. Il respiro come sintomo di vita, come grazia Divina che il nostro Creatore ha infuso nel primo Uomo, come primo meraviglioso contatto che il nascituro ha con la realtà del mondo.
Ho scoperto di recente, pur sapendo che esisteva, il Respiro del mare; l’ho scoperto quando ho deciso di prendere una imbarcazione e lasciarmi guidare alla scoperta dei cetacei che popolano il mar Ligure.
Nel 1996, sotto la spinta di diverse organizzazioni non governative ad ispirazione ambientalista, viene istituito il Santuario dei Cetacei in un tratto di mare che abbraccia dalla Costa Azzurra alla Toscana, includendo tutto l’arco della Liguria e l’intera Corsica. In questa area è naturalmente vietata la caccia ai Cetacei, ovvero Balene e Delfini, nonché l’uso di reti cosiddette “Pelagiche” utilizzate per la pesca di tonni e pescispada, ma che sono micidiali per i mammiferi marini che popolano il tratto di mare in questione.
Da allora è cominciato un periodo di ripopolazione della fauna mammifera marina, risultato del quale oggi è possibile , con una certa facilità, venire in contatto con questi animali direttamente nel loro habitat.
E qui si incrocia un’altra storia, una storia di Amore, e permettetemi una A maiuscola; la storia del capitano Albert Sturlese che come ad Achab ogni giorno possibile da la caccia alle balene, non per combattere il simbolo di tutti i mali, anzi, ma per il profondo Amore che egli nutre per queste creature marine.
Incontrato al bar per un caffé, o negli uffici della Blue West, la società che presiede, lo si può scambiare per un qualunque pescatore od un tranquillo marinaio diportista, mentre si deve alla passione di quest’uomo la possibilità di poter incontrare di persona il meraviglioso miracolo del Respiro del Mare.
Ora riflettendo bene, cosa può fare un uomo innamorato del mare e dei suoi abitanti più nobili, di fronte ad un territorio marino, Santuario e Riserva degli stessi? Vara una bella barca, anzi due, prima il Corsaro già nel 1996, poi nel 1999 la Corsara, la prima motonave concepita per l’avvistamento dei cetacei, ovvero il Whale Watching; poi inizia ad uscire in mare alla ricerca di quelle creature che possono dare un senso alla vita in mare, senza necessariamente riempirne le reti.
Dunque, dopo averne sentito parlare da amici e conoscenti, complice una bella giornata di mare, di sole e di vento, salpo con la Corsara alla ricerca di Delfini e Balene.
Partiamo dalla Marina di Imperia Porto Maurizio, ma facciamo anche due soste ad Oneglia ed Andora per imbarcare altri passeggeri, poi via, in mare aperto per un tempo che sembra sospeso, tra il leggero rollio,il rombo dei potenti motori, il vento che fa scordare il sole che picchia sulle facce abbronzate dei marinai agli ordini del Capitano.
Tutti pronti, tutti attenti ed efficienti i membri dell’equipaggio, mentre tra noi passeggeri comincia a serpeggiare l’inquietudine di chi si appresta a portare a casa una ricerca infruttuosa, quando all’improvviso………….
Quasi non te ne rendi conto, che laggiù, ancora lontano c’è qualcosa che non hai mai incontrato, c’è una vita la cui natura è così diversa dalla tua ma cosi inspiegabilmente simile…..
L’equipaggio, che oltre al Capitano Albert Sturlese conta del Nostromo Mino Ramella e del Direttore di macchine è composto da due marinai ed Avvistatori Naturalistici che in un battibaleno si posizionano come provetti balenieri, armati però di binocolo e tabella per annotare la natura dell’avvistamento che ci apprestiamo a fare.
Certo, la televisione è una comoda finestra sul mondo, ci permette di vedere cose che neppure ci potremmo sognare, ma poi, poi per fortuna, la Natura ci fa capire che la realtà è ben altra cosa.
All’improvviso, la voce del Capitano ci esorta a prestare attenzione ad ore 12, ovvero alla nostra prua, dove finalmente… eccolo il primo Respiro, una balenottera sfiata attraverso l’ampio foro che ha sulla testa innalzando un pennacchio di fiato ed acqua.
Ma non ci rendiamo conto bene, siamo ancora relativamente lontani, ci affacciamo ai bordi del ponte superiore, giusto in tempo per vederla inabissarsi, par chissà quanto tempo.
Il Capitano ne approfitta per darci alcune informazioni; siamo in presenza del secondo più grande animale che abita la terra, la chiamano Balenottera non perché sia piccola, ma perchè ha una pinna caratteristica in prossimità della coda, raggiunge dimensioni prossime ai venti metri di lunghezza ed un peso di…. Non passano i 6-7 minuti che la Balenottera normalmente impiega per l’immersione che ecco, vicino a noi riemergere il possente Leviatano, lungo più della nostra imbarcazione e noncurante, forse, della nostra presenza. A non più di una dozzina di metri sulla nostra dritta, la schiena nera e possente si staglia sul pelo dell’acqua cristallina e finalmente avvertiamo forte e meraviglioso il Respiro della Balena, preceduto appena dalla nostra stupita sorpresa e dal nostro più grande sospiro di meraviglia. Poi è il silenzio di chi sa di aver assistito a qualcosa di unico. Il silenzio che dura un attimo ma che permette di immagazzinare nei nostri cuori l’emozione forte che abbiamo vissuto; la possiamo ammirare per alcuni minuti mentre nuota accanto a noi in una maniera che è allo stesso tempo potente e tranquilla come se passeggiasse ed ancora ci fa sentire il profondo ed intenso suo Respiro. Si immerge, riemerge, segue con diligenza la sua rotta, noi la seguiamo per un pò, poi il Capitano ci ricorda che siamo a Lei vicino da poco più di mezzora, dunque si rischia di stressare inutilmente un animale selvatico e libero e che dopo secoli di caccia spietata, ora, merita da parte nostra un minimo di riguardo per la sua tranquillità e privacy.
Invertiamo la rotta, ci apprestiamo a farci nuovamente cullare dal mare che si è fatto più calmo, dal rombo regolare dei motori che sotto la guida del Direttore di macchine ci porteranno al porto di attracco. Medito sull’incontro di oggi, mi sento più ricco, più consapevole, felice di aver condiviso questa esperienza con mio figlio al quale da sempre e per tutti i 17 anni della sua vita, ho trasmesso i valori del rispetto e dell’amore per la natura e per tutti gli esseri viventi, valori fondamentali per la formazione di un Uomo che solo attraverso l’applicazione di questi potrà ambire alla costruzione di un mondo migliore di quello che, purtroppo, ci accingiamo a lasciare in eredità alle generazioni future.
Sbarchiamo, lenti sfiliamo come soldati in rivista di fronte al Capitano che ha negli occhi la luce di chi ha portato a compimento la sua missione: aver condiviso con noi il Respiro del Mare.