Articolo apparso su:  «LA SPALLETTA» del   l° marzo 2003                                                                                         

 

15settembre 1912

Si inaugura a Volterra la ferrovia a cremagliera

Doveroso rammentare soprattut­to ai giovani concittadini come quando e perché il treno arrivasse anche a Volterra. Nei primi anni del secolo scorso l'estensione della rete ferroviaria italiana ebbe una significativa espansione in base al principio che i nuovi im­pianti dovevano nascere per ser­vire gli interessi comprensoriali, cioè avvicinare i piccoli centri tra­sformandoli in energia ed attività ed in pari tempo metterli in pronta, facile comunicazione con i merca­ti più importanti onde consentire la crescita e lo sviluppo delle econo­mie locali.

In relazione a tale norma nel 1910 entrò in servizio la Cecina-Saline di Volterra a binario unico, incluso nel piano regolatore delle FFSS che stabiliva il naturale prolunga­mento con la costruzione della Siena-Colle VaI d'EIsa-Volterra­Cecina-Livorno, consentendo l'al­lacciamento con la Chiusi-Siena-Empoli, ottenendo, peraltro il pa­rere favorevole dello Stato Mag­giore del Ministero della Guerra. lì piano stesso contemplava Volter­ra stazione di smistamento e di transito.

La progettazione Volterra-Colle VaI d'EIsa-Siena restò in evidenza da attuare al Ministero causa l'ap­prossimarsi della prima guerra mondiale (1915-18). Prima che la nostra città fosse raggiunta dal treno non è fuori luogo rievocare le varie scomodità che dovevano subire i viaggiatori per compiere il tratto Volterra-Saline, vuoi per il perditempo nelle trattative per ga­rantirsi il posto in carrozza, il dover dichiarare numero e dimensioni, peso del bagaglio al seguito ed infine rassegnarsi al viaggio di qualche ora a bordo di diligenza trainata da cavalli, sopportando gli inevitabili sobbalzi dovuti dal man­to stradale assestato a breccia. L'asfaltatura della strada Volterra-Saline avvenne negli anni Trenta. Per la realizzazione del tronco ferro­viario Saline-Volterra gli studi si protrassero per lungo tempo cau­sa i vari progetti ed altrettanti studi varianti presentati. Prevalse la so­luzione di armare la linea ad ade­renza artificiale a cremagliera scar­tamento normale facendo ricorso a locomotive a vapore classificate con i numeri 980 e 981, fabbricate nelle officine svizzere di Winterthur e fu la prima strada ferrata a cre­magliera del genere messa in atto dalle Ferrovie dello Stato.

Il raggiungimento della città non evitò del tutto opere d'arte di un certo livello, quale l'imponente mu­raglione di sostegno al cavalcavia sul borgo San Lazzaro e la stazio­ne di arrivo a Volterra dovette es­sere posta in regresso perché il ricordato progetto prevedeva l'estensione per Colle VaI d'EIsa-Siena.

1115 settembre 1912 il treno arrivò a Volterra e l'opera suscitò grande entusiasmo nella cittadinanza, nel contado e vasta risonanza nella stampa nazionale di quei tempi in quanto la cremagliera volterrana rappresentò un'importante innovazione per la concezione dei tra­sporti dell'epoca. In realtà il treno compi una trasformazione nella crescita economica della città per l'attività imprenditoriale di piccole e medie dimensioni, soprattutto sotto l'impatto delle merci in parti­colare dell'alabastro lavorato ri­chiesto e destinato in varie lonta­ne parti del mondo, nonché per la palese crescita demografica che nel 1936 le persone censite e re­sidenti nel Comune di Volterra era-no oltre 20.000 abitanti.

Sebbene il tronco FFSS Volterra-Saline dimostratosi di estrema uti­lità nell'arco di mezzo secolo, par­ticolarmente prima, durante e dopo le due lunghe guerre mon­diali (1915-18 e 1940-45) fu rite­nuto "ramo secco"e nel 1956 con decreto del Ministro dei Trasporti,

on. Scalfaro venne soppresso segnando la fine della ferrovia per raggiungere la nostra città. Infatti un convoglio "ramazza" asporta­va l'armamento, le attrezzature tec­niche del fabbricato viaggiatori, dal deposito locomotive, dalle officine e tutto ciò che l'amministrazione delle FFSS ritenne utile e van­taggioso impiegar altrove.

La frettolosa sorte della nostra ferrovia accadde negli anni in pie­na ripresa della ricostruzione na­zionale, momento adatto di assi­curare l'ammodernamento dei mezzi pubblici, nell'approntare solleciti programmi orientati ver­so forme di sviluppo viario in pre­visione delle esigenze imposte dal crescente afflusso turistico ita­liano e straniero che già attraeva Volterra in ogni stagione. Non ser­ve redigere amare delusioni sul­l'effetto della soppressione della ferrovia a cremagliera. Ci rimane ben poco: la storica testimonianza nell'epigrafe in mostra nell'atrio del Palazzo dei Priori in elogio al deputato al Parlamento, on. Gino­ri, il quale con infaticabile attività, tanto s'impegnò perché il treno arrivasse anche nella città di Vol­terra.

 

Mario Canessa