Insaziabile competitività con se stessi o semplice incoscienza?

SPORT ESTREMI: VOGLIA DI SFIDARE I LIMITI

Grinta e preparazione per fissare record incredibili

 A cura di Giuseppe  Carducci

 ……….Si avvicinò con passo sicuro al precipizio a circa 4000 mila metri di altezza, ormai gli mancavano poche centinaia di metri alla vetta. L’adrenalina gli scorreva a fiumi nelle vene…..

 Ascoltavo questa storia da un uomo che ha fatto della sua vita una continua ricerca di emozioni estreme, mi domandavo se era solo colpa dell’adrenalina o qualcosa di più profondo. Oggi, il divano, un telecomando, le quattro mura domestiche , sono tutto quello che si può desiderare dopo una giornata di lavoro. Ma non è per tutti così, ci sono uomini per i quali il “ desiderio” si trasforma in voglia di sfida verso se stessi e verso la natura, cercare con la sola forza interiore di avvicinarsi a una pace, ad un modo di vivere unico, a sentire la propria mente libera, sentire mentre l’aria fredda ti sferza il viso, quella sensazione di realizzazione e completezza di riempimento dell’anima, di sentirsi vivo. Ho visto questi uomini negli occhi mentre si accingevano a lanciarsi da un aereo a quattro mila metri di altezza, il loro viso dava impressione di emettere una luce particolare: è la loro felicità di essere. Certo è un modo di vivere un po’ “pericoloso” un rischio continuo, una scelta , ma anche un’alternativa alla vita di oggi ,sedentaria e monotona, così mi ha risposto Fabrizio Del Giudice, campione italiano anno 2000 e 2001 della Formazione caduta libera FCL 4/8 di paracadutismo, alla mia domanda: perché? Quindi può essere questa la risposta alla domanda iniziale, può essere tutto riconducibile solo a questo, oppure è anche qualcosa di più profondo, qualcosa di imprescindibile da noi e dal nostro essere. Amare la vita non vuol dire solo svegliarsi al mattino e ammirare il cielo

dall’ interno dell’abitacolo della nostra macchina, ma anche guardare da vicino un aquila mentre nutre i suoi piccoli, su uno picco tanto alto da poter toccare il cielo con un dito, dopo un’arrampicata impegnativa in cordata doppia su una delle nostre stupende montagne.                                                                                                                                                                                                                                     

Seguire percorsi scavati dalle acque nelle rocce, calarsi con la corda sotto affascinanti cascate, discendere un torrente impetuoso a bordo di un gommone, lanciarsi da una piattaforma legati ad un elastico o scalare montagne per migliaia di metri, sembra per chi li pratica un’esperienza meravigliosa, naturalmente se affrontata in piena sicurezza e seguiti da esperti istruttori.

Esperti sportivi ci assicurano che risultati estremi raggiunti, arrivano soltanto dopo allenamenti veramente  al limite talvolta della resistenza umana, scalare sei mila o sette mila metri, si raggiungono dopo anni ed anni di allenamento graduale.

Chiediamo se vi è più coraggio o incoscienza nel praticare sport estremi e che ruolo ha la paura se presente. Non c’è coraggio senza paura ci viene risposto. La paura è importante per la sopravvivenza, è l’elemento essenziale che permette di non spingersi oltre in situazioni di vero rischio per l’incolumità personale. Sembra inverosimile parlare di paura con chi per libera scelta pratica sport estremi.

Trasmissioni televisive ci mostrano programmi di sopravvivenza in isole deserte, istigazione o voglia  di tornare ad una vita primitiva?

Pubblicità mostrano a venti anni l’uomo desideroso di successo, a trenta e quaranta l’uomo in pieno successo a cinquanta anni l’uomo in un’isola deserta.

Probabilmente anche lo sport estremo è il desiderio di fuggire dalle metropoli affollate per tornare alla vera natura dell’uomo a  stretto contatto con gli elementi della natura stessa. L’uomo però riuscirà a convivere amorevolmente con la natura o come negli ultimi millenni cercherà di dominarla a suo piacimento? Riflettiamo…………….

Per tornare agli sport estremi possiamo concludere che cercare di superare i propri limiti è sicuramente positivo quando non mettiamo a rischio la nostra incolumità, la paura è quindi sicuramente un parametro importante da rispettare per non assistere ai fatti di cronaca che spesso leggiamo su giornali: persone che sono andate oltre i propri limiti.

Giochiamo sì, ma non con la nostra vita, è il bene più prezioso che abbiamo.