A cura dell’Ing. Carlo Ceccarini
Vediamo un po’, faccio quattro fori del diametro di dodici millimetri, profondi sei centimetri sulle quattro tavole montanti per inserirvi le bussole filettate, e otto fori da otto millimetri sulle due tavole traverse, poi le spiano, le carteggio e le lucido a cera d’api, avvito due supporti angolari alla tavola di sommità e fisso il tutto con due tasselli ad espansione per i quali devo fare due fori da otto millimetri nel muro, così ho realizzato e messo in opera la mia libreria in stile svedese.
Tutto
semplice
e
lineare
come
lo
stile
svedese?
Non
direi
proprio!
Vediamo
cosa
occorre
per
realizzare
quanto
sopra
detto.
Come
primissima
cosa
da
prendere
in
considerazione:
abbiamo
a
disposizione
l’energia
elettrica
domestica,
o
siamo
in
un
cascinale
sperduto
nella
campagna
ed
ancora
l’Enel
non
ci
ha
fornito
“la
luce”.
Nel
secondo
caso
la
scelta
va,
necessariamente
verso
utensili
a
batteria,
salvo
disporre
di
un
costosissimo
moto-generatore.
Nel
caso
di
utensili
a
batteria,
sia
la
gamma,
sia
le
prestazioni,
offerte
dal
mercato
agli
hobbisti,
risultano
essere
molto
ridotte,
imparagonabili
a
quelli
“con
il
filo”.
Sedici fori del diametro di dodici millimetri e con una profondità di sessanta millimetri, nel gergo dei falegnami dette “mortase”, presupponendo che il materiale sia legno non eccessivamente “duro”, occorre un trapano dotato di rotazione veloce, almeno 2600 giri/min e con un mandrino che possa serrare una punta del diametro di dodici millimetri (esistono comunque punte a codolo ridotto), le mortase devono essere perfettamente ortogonali al piano di perforazione, quindi se si prevede l’utilizzo di un accessorio per la guida del foro, il trapano deve essere predisposto per l’utilizzo dello stesso (collare o similari).
Lo stesso trapano è in condizioni di eseguire i sedici fori passanti del diametro di otto millimetri da realizzare sulle tavole traverse.
Adesso necessita spianare le tavole il nostro trapano non può eseguire questa lavorazione, necessita una pialla, esistono pialle (ovviamente elettriche) a “tamburo ruotante”che fanno degli eccellenti lavori, solo se guidate da una mano esperta, inoltre il loro prezzo è abbastanza elevato, quindi se dovete spianare poche tavole e questo tipo di lavoro non vi capita spesso, fatele piallare da un artigiano, risultato e risparmio sicuri.
La carteggiatura la potete fare da soli, esistono accessori da applicare al trapano che lo trasformano in levigatrice, ma non costano molto meno di una levigatrice di medio livello e, spesso, sono abbastanza complicati da assemblare sul nostro amico trapano.
Una levigatrice, meglio se “rotorbitale”, è un utensile che merita di far parte del nostro parco attrezzi, se poi ha la regolazione elettronica della velocità, può essere usata anche come lucidatrice, con mano leggera, velocità molto ridotta e un po’ di pasta abrasiva può riuscire addirittura a togliere qualche graffietto o un po’ di opacizzazione dalla vernice della nostra auto.
Adesso dobbiamo avvitare i due supporti angolari, sei, al massimo otto viti in tutto, basta un cacciavite, ma se siete particolarmente avvezzi agli agi, si può utilizzare un avvitatore a batteria, che, essendo reversibile, diventa anche svitatore. Utensile non indispensabile ma molto comodo quando si deve avvitare un numero cospicuo di viti.
I fori nel muro! E qui il nostro trapano deve presentare una caratteristica particolare: la percussione.
Non è indispensabile ma se è presente si risparmia tempo, fatica e si evita il rischio di “strinare” la punta al “widia”.
Tiriamo le somme, se siete dei “fai da te” sporadici e tuttofare procuratevi un trapano di media potenza (500-600watt) con regolazione elettronica della velocità, le velocità meccaniche non sono indispensabili, con percussione e se possibile con il mandrino autoserrante. (serve ad evitarvi la strada dell’inferno quando non trovando l’apposita chiave, unica capace di attivare il movimento di bloccaggio del mandrino tradizionale, vi abbandonate ad una serie infinita di imprecazioni).
Se siete dei “bricolagisti” e incappate spesso in “lavoretti” oltre al trapano di cui sopra ( in questo caso meglio se con una potenza di 600-700 watt) sarebbe consigliabile anche la presenza di un trapano a batteria (almeno 12 volt) che ci semplifica il lavoro quando si devono fare operazioni con punte di diametri diversi o con accessori diversificati, inoltre il trapano a batteria funziona egregiamente anche come avvitatore.
Se vi piace lavorare il legno, non può mancare, nel vostro parco utensili, una levigatrice a nastro, volgarmente detta “carrarmato”, strumento notevolmente veloce nell’operazione di spianature di modeste profondità, solo un po’difficile da gestire per ottenere subito risultati accettabili, una levigatrice rotorbitale, la cui caratteristica di associare il movimento rotatorio a quello lineare consente di ottenere superfici levigate alla perfezione sia su materiali duri, sia su legni anche con strutture fibrose complesse, per gli “accademisti del bricolage”, per i fanatici della perfezione, per i maniaci della rifinitura, diventa quasi indispensabile disporre anche di una fresatrice con ampia gamma di accessori.
Seghe a disco e a nastro, troncatrici, lime elettriche, elettrodemolitori e assimilati, saldatrici, separachiodi, graffatrici e tantissimi altri elettroutensili sono di uso specifico e raramente interessano il “fai da te” quotidiano, o forse meglio, del sabato e domenica.
Anche nella scelta degli elettroutensili vale la regola generale del prezzo uguale qualità, anche se spesso i prezzi della pubblicità inficiano questo assioma, se adoperate il vostro trapano tre o quattro volte al mese per piccoli lavori, non serve disporre di un 850 watt con due velocità meccaniche, reversibilità totale, controllo elettronico della velocità di rotazione e dosatore di coppia, frizione di sicurezza, attacco utensili “sds plus” e percussione oleopneumatica reperibile alla modica cifra di circa 350-400 Euro, basta molto meno per realizzare i nostri capolavori.
Buon “bricolage”.